Terni, Latini incontra i nostalgici della Rsi, l’Anpi: “A noi ci ha ignorati”

12/12/2018

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La visita era passata sotto silenzio ma è stata l'associazione dei partigiani a rivelarla: "Negate risposte e gonfalone della pace, scelta ideologica"

TERNI – La notizia era passata sotto silenzio, ma evidentemente non per tutti. Stamattina, in una nota, l’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani di Terni, ha reso nota la visita che il sindaco Leonardo Latini ha avuto lo scorso 27 ottobre con i nostalgici della Repubblica Sociale Italiana, nello specifico una rappresentanza del comitato “Pro 75° Anniversario della RSI in provincia di Terni” guidata da .Pietro Cappellari e Claudio Pitti.

Il Comitato, come confermato anche da un comunicato apparso sul sito dello ha illustrato al primo cittadino il programma di attività per far conoscere nel territorio provinciale le “gesta” degli appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana. Cappellari ha poi visitato l’Archivio Storico “Vincenzo Pirro” di Terni, dove ha incontrato con il Presidente della Delegazione ternana della Fondazione “Spirito-De Felice” Danilo Pirro per studiare il prossimo trasferimento presso questo ente dell’importante patrimonio documentario appartenuto allo scomparso Enrico Carloni, figlio del sindacalista fascista Maceo assassinato dai partigiani. “Con questi atti – ha dichiarato Cappellari – inizia ufficialmente l’attività del nostro Comitato sul territorio ternano. Già dalla settimana prossima saremo operativi con una iniziativa in memoria del primo caduto della RSI per mano fratricida”

“A noi nessuna risposta”. L’Anpi Ternano nella nota, non nasconde lo sdegno: “Lo scorso 13 luglio 2018, avevamo richiesto un incontro con il Sindaco, per prendere un primo contatto istituzionale con la nuova amministrazione, per augurarle un buon lavoro, per offrire la nostra disponibilità nella preparazione della cerimonia dell’11 Agosto e, nel contempo, per illustrare il programma delle nostre attività, con particolare riferimento agli appuntamenti istituzionali e alle iniziative rivolte alle scuole. Dopo diverse sollecitazioni telefoniche con la segreteria del Sindaco siamo ancora in attesa di una risposta. Ora che il Sindaco abbia un’agenda piena di impegni è quasi superfluo sottolinearlo, ma la cortesia di una risposta, positiva o negativa che sia, non si nega a nessuno, nemmeno all’Anpi. Certamente il Sindaco e la sua Giunta hanno la responsabilità di attuare le scelte politiche per cui sono stati eletti, ma la vita della città è fatta anche di sempre nuovi ma anche vecchi avvenimenti, che hanno segnato la vita di generazioni intere, resi vivi dall’azione dei soggetti sociali che fanno ricca la nostra città in un confronto democratico che, pensiamo, deve sempre essere franco e costruttivo”.

“Scelta politica”. “Riteniamo – prosegue la nota – che scegliere di partecipare o non partecipare a eventi e ricorrenze destinati a celebrare momenti che, nel bene o nel male, hanno contributo a formare l’identità di una comunità, non attiene al programma amministrativo ma a scelte politiche e culturali fortemente radicate e trasversali presenti nella nostra città e che chi oggi è chiamato provvisoriamente a rappresentarla, dovrebbe tenere nella giusta considerazione. In questo senso, l’assenza del Gonfalone della Città di Terni alla Marcia per la Pace Perugia-Assisi è stato un primo atto molto negativo proprio in relazione a quella che è la storia e la tradizione della nostra città. Non è inutile ricordare che la Giunta Ciaurro, di cui il Sindaco si proclama erede, non ha mai mancato questo appuntamento. D’altra parte, ci è capitato di percorrere un breve tratto della Marcia proprio in compagnia del Sindaco di Perugia, che certamente, per affinità politica, è molto vicino al nostro primo cittadino. Inoltre, lo scorso 11 agosto, in occasione della celebrazione per ricordare il 75° anniversario del primo bombardamento subito dalla città di Terni, nel corso della manifestazione, in cui l’amministrazione comunale era giustamente rappresentata dal Sindaco, si è consentito ad altre associazioni (che si richiamano esplicitamente al fascismo) di deporre contestualmente al Comune corone commemorative: ciò appare irrituale e istituzionalmente scorretto. Il Comune rappresenta tutti, chi vuole distinguersi può farlo in momenti diversi da quelli ufficiali. Un ultima considerazione ci sembra necessaria. Come si evince da una testimonianza relativa alla caduta del fascismo: «Pensavamo che le sofferenze fossero finite e invece è arrivato l’8 Settembre».”

Delegittimazione “In effetti – prosegue ancora la nota – la mancata coincidenza tra la caduta del regime e la proclamazione dell’armistizio l’8 settembre 1943, creò la sensazione che se non era finita la guerra non era finito neanche il fascismo. Non a caso lo storico Claudio Pavone, ricorda come “L’Italia Libera”, organo di stampa del Partito d’Azione, a poco più di un mese dal 25 luglio, ritenesse un vero e proprio vizio capitale del colpo di stato monarchico non aver proclamato chiaramente che: «Il Fascismo è caduto la guerra fascista è finita» (tratto da Una Guerra Civile. Saggio storico sulla moralità della Resistenza), E infatti subito dopo sorse, con l’indispensabile aiuto della Germania nazista, la Repubblica Sociale Italiana, che sarà la vera causa della guerra civile che dilanierà l’Italia e il suo popolo. In relazione a tutto ciò, cosa c’entra dunque sostenere che le vicende e la storiografia relativa a quella pagina del nostro passato, sarebbero state «tenute “ostaggio” da una visione ideologica e distorta della realtà, troppo spesso viziata dall’odio politico», come si legge nel comunicato che il suddetto Comitato “Pro 75° Anniversario della RSI in provincia di Terni” ha stilato dopo l’incontro con il Sindaco. Da dove nasce questa continua ansia di delegittimare la guerra di Liberazione dal Fascismo e dal Nazismo e il tentativo di equiparare chi ha causato una tragedia a chi ha salvato l’Italia dalla vergogna della dittatura mussoliniana? Questa volontà di promuovere le attività di associazioni che si richiamano apertamente all’esperienza storica del fascismo, quasi in una sorta di rovescismo storico, è forse il prezzo politico che deve pagare il Sindaco per il consenso ricevuto da queste associazioni o è forse la conseguenza di proprie convinzioni personali? Fa forse parte del nostro «odio politico», anche il vergognoso oltraggio che l’8 dicembre scorso Forza Nuova ha perpetrato a Roma presso la sede nazionale dell’Anpi? L’Anpi non odia nessuno, ma difende la Costituzione e vuole che venga applicata e rispettata in tutti i suoi articoli. Una cosa però è certa: chi non si riconosce nei valori che hanno ispirato la carta costituzionale è un nostro avversario e lo continueremo a combattere democraticamente e alla luce del sole. E questo dovrebbe essere anche il compito di un Sindaco che ha giurato su una Costituzione che è la carta fondante della Repubblica italiana, democratica e antifascista”