Comunicato della Presidenza dell’Associazione Combattenti 29a Divisione Granatieri Waffen SS.
28/2/2019MILANO, CIMITERO DI MUSOCCO: ricordo dei Martiri sepolti al CAMPO X in unione di spiriti di generazione in generazione secondo i rituali e le simbologie che caratterizzarono i loro ideali cui sacrificarono la vita per l’Onore d’Italia.
In data 26 febbraio 2019 il Tribunale di Milano, Sezione Settima Penale - in composizione monocratica - ha assolto dalla violazione della legge Scelba del 1952 i signori Polignano Alessio, Botré Alessandro e Tami Liliane dall’accusa di avere ricordato al Campo dell’Onore i caduti della Repubblica Sociale Italiana secondo i valori che si sintetizzano nella sacralità di condotte tipiche del loro tempo, esseri umani trucidati dai partigiani durante e dopo la fine della Seconda guerra mondiale. «Ha vinto il diritto!», la Sentenza ripristina il valore del rispetto di coloro che sono morti per il loro Ideale, valore che l’odio che si tramandano di generazione in generazione certi antifascisti soprattutto dell’ANPI vorrebbe cancellare. Lo Stato di Diritto ha vinto e mi auguro che finalmente si possano commemorare i caduti militari e civili della RSI e dell’Esercito germanico senza finire vittime di persecuzioni poliziesche come per troppi decenni è avvenuto. La nostra Associazione, di natura combattentistica, apartitica e con «fini ricreativi e culturali», come da Statuto, continuerà a battersi affinché in Italia si ponga fine alla vergognosa campagna denigratoria di chi, pur sapendo che la guerra era perduta, ha sacrificato la propria vita per l’Onore dell’Italia tradita dal Re fellone. Non sussiste il reato nell’aver degnamente commemorato al Campo X i Caduti in un cimitero militare, secondo i loro riti e nel rispetto delle loro tradizioni in data 24 aprile 2016.
Un ringraziamento particolare al difensore avvocato Gabriele Leccisi che, forte della sua notevole esperienza in ambito giuridico non disgiunta dai suoi ideali, ha saputo condurre con particolare sensibilità il nostro processo politico. L’avvocato Leccisi sin dalle prime battute della vicenda processuale ha colto l’ispirazione faziosa di chi ci aveva denunciati. Desidero infine ricordare il compianto Giuseppe Vassalli, fondatore della nostra Associazione e soprattutto ex combattente della 29a Division, Uomo dalle idee chiare e dalla dirittura morale irreprensibile che fra i pochi uomini che considerava degni del massimo rispetto annoverava Domenico Leccisi, padre dell’avvocato Gabriele. Ricordo quando, nel testamento spirituale che mi consegnò, mi disse che se un giorno avessimo subito attacchi di natura politica e se ci venisse contestato il reato d’opinione, avremmo dovuto rivolgerci, per la difesa, all’avvocato Gabriele Leccisi. Erano segnali premonitori. Aveva visto lontano! Di Gabriele Leccisi, Vassalli aveva una stima incommensurabile. Quando gli chiedemmo la difesa per questo procedimento, mi rispose: «Sono fiero di prendere la vostra difesa». Gabriele Leccisi vinse un processo per lo stesso capo di imputazione. La Suprema Corte di Cassazione, dichiarò inammissibile un ricorso del Pm di Milano, Piero Basilone, che si era opposto al non luogo a procedere nei confronti di imputati assolti per gli stessi nostri pretesi reati dal GIP di Milano Banci Buonamici. A lui va la gratitudine, la riconoscenza non solo nostra, ma di un’intera comunità oggi erede e testimone dei padri che si immolarono per difendere l’Europa dall’invasore. È a loro che idealmente dedichiamo questo trionfo della Giustizia, ai nostri caduti, agli ex combattenti ancora oggi in vita, che nei giorni della fine delle ostilità si trovarono ad essere giudicati da pseudo tribunali del popolo, veri e propri assassini che agivano con dinamiche seriali e che talvolta infierivano sulle vittime seviziandole anche a guerra finita prima di ucciderle. Con amarezza prendo atto che ancor oggi vi sono italiani che considerano «eroi» gli appartenenti ai GAP durante la RSI, che vigliaccamente e senza rischiare assassinavano militi della RSI e dopo, a guerra finita, la famigerata «volante rossa» i cui membri facevano irruzione negli appartamenti per uccidere. Ebbene molte delle loro vittime riposano al Campo X.
Sono passati tanti anni da quei luttuosi eventi eppure ancora oggi dobbiamo subire perquisizioni all’alba nelle nostre case, come se fossimo cospiratori o delinquenti. La vigliaccheria di certi nostri connazionali si manifesta nel non assumere persone della nostra area in senso lato ed ancor oggi, come negli anni terribili in cui si sprangavano i giovani di destra in molte scuole i nostri giovani debbono mimetizzarsi per non rischiare aggressioni.
Il saluto romano, gestualità di scena, saluto europeo risalente a millenni fa, è un rito e i riti come tali si rispettano e si contemplano. Questo non lo potranno più impedire, se fatto per la commemorazione dei caduti. Da chi si autodefinisce «liberatore» e «liberatore» sa di non esserlo mai stato, oggi più che mai, ci dividono sostanziali differenze culturali. Sia chiaro, la provocazione non ci appartiene e mai è appartenuta alle ideologie alle quali con orgoglio ci ispiriamo. Per questo la nostra etica non ci farà ostentare il braccio teso.
Si tranquillizzino i nostri avversari d’accatto; noi non abbiamo nulla da ricostituire perché saremo noi ed altre forze affini a salvare la democrazia (nel senso classico del termine) in Italia rafforzandola, eliminando per prime tutte le leggi liberticide attualmente in vigore.
Alessio Polignano
Presidente
Milano, addì 28 febbraio 2019