LE MEDAGLIE D’ORO DELL’ARDITISMO ITALIANO
15/5/2019La leggenda degli Italiani in guerra, per l’Italia di domani.
Il 15 Aprile 2019 è uscito il volume Le Medaglie d’Oro dell’arditismo italiano 1915-1945, diciassettesimo tomo del ricercatore nettunese Dott. Pietro Cappellari, scritto in collaborazione con Leonardo Romano. Lo studio raccoglie le motivazioni delle 242 Medaglie d’Oro riportare sul labaro nazionale dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia. Non a caso, ospite d’onore della presentazione è stato Bruno Sacchi, Comandante del Reparto “Pierino Maruffa” dell’A.N.A.I. di Nettunia.
Il volume esce nel centesimo anniversario della Battaglia di Via dei Mercanti (Milano, 15 Aprile 1919), quando un gruppo di fascisti attaccò per la prima volta un corteo massimalista, ponendolo in fuga dopo una guerriglia urbana che si concluse con l’assalto e l’incendio al giornale socialista “L’Avanti!”.
«Questa raccolta che presentiamo – ha dichiarato Cappellari – non rappresenta solo il “patrimonio d’onore” dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia. Vuole essere un “vangelo”, un messaggero d’eroismo per le giovani generazioni, perché agli eroi che qui citiamo – spaccato di un’Italia guerriera e orgogliosamente combattente – esse possano ispirarsi. Sono le storie di chi ci ha preceduto sulla via dell’onore. Storie per molti aspetti incredibili, certamente straordinarie. E proprio in questa straordinarietà sta il senso dell’eroismo. Ben lontani dal castrante aforisma del Premio Lenin Bertolt Brecht, in questi eroi noi vediamo non solo l’espressione più pura della stirpe italiana, ma un esempio da seguire. Una Nazione che ha perduto, insieme alla sua indipendenza, anche la memoria storica, non è una Nazione. Tutt’al più può essere una “colonia” o una semplice “espressione geografica”. Con questo volume vogliamo recuperare la nostra memoria storica, sentirci orgogliosi del nostro passato. Riscoprire un’Italia che attraverso il suo Risorgimento seppe risvegliarsi a nuova gloria, scrivendo sui campi di battaglia le più belle pagine di storia militare. Un’Italia che – cosa che si dimentica spesso – per essere quello che è ora ha sempre e solo combattuto. Strenuamente, in posizione svantaggiata, contro nemici sempre più potenti di lei. Eppure, è sempre scesa in campo. Per prima. Una “Nazione proletaria” che per vivere ha sempre dichiarato guerra. Ha sempre fatto la guerra. Questo a monito contro chi ancora irride il valore militare dell’Italia. E questi eroi, questi esempi, che noi vi presentiamo sono il germoglio più puro di quella passione patriottica che vorremmo trasmettere. Soprattutto oggi che i valori nazionali sono rinnegati e vilipesi. La nostra formazione mazziniana, che sempre ci ha portato a difendere la libertà di parola, di espressione, di ricerca, di tutti cittadini della Repubblica, ci impone di risollevare il tricolore dal fango in cui è stato trascinato dai traditori della Patria. E per questo che ai “brechtiani” rispondiamo con ben altre parole, quelle di Adriano Romualdi: “Quel che non perdono al mio tempo è di aver costruito l’alibi della propria viltà diffamando gli eroi”».
Scipione di Torrealta