I CRIMINI DEI “LIBERATORI”
20/1/2020Grande successo di pubblico per la prima iniziativa del progetto culturale “La guerra è qui”, approntato per il 76° anniversario dello sbarco di Nettunia. Domenica 19 Gennaio, a Nettuno, si è tenuta l’attesa conferenza sulla “guerra ai civili” condotta dagli Angloamericani durante la Campagna d’Italia, che ha visto la partecipazione di importanti studiosi del territorio oggetto dell’operazione militare.
A fare le presentazioni, Daniele Combi, organizzatore della manifestazione, che ha esposto le finalità della serata: trasmettere alle nuove generazioni delle notizie da sempre sottaciute, per stimolare nei loro cuori la passione per conoscenza e la libera riflessione, lontana dagli steccati dell’odio politico, della manipolazione di parte, della strumentalizzazione politica.
É stato con emozione ricordato il giornalista Giancarlo Testi, scomparso nel Maggio 2016, che fu il primo, con le sue interviste al Dott. Pietro Cappellari, a strappare il velo di oscurità che avvolgeva la storia della nostra città, parlando chiaramente di “coraggio per le proprie idee”. E il richiamo è stato diretto alle parole dell’eroe di guerra Guido Pallotta, che ammoniva i giovani del tempo a “non aver paura di aver coraggio”: gli studiosi che hanno partecipato alla conferenza hanno dimostrato, prima di tutto, di non aver paura.
Ad aprire la manifestazione è stato l’Avv. Cesare Bruni con un interessante intervento sulle fattispecie giuridiche dei crimini di cui si sono macchiati gli Angloamericani. Crimini di guerra e contro l’umanità che non temono confronti. Ma anche gli Italiani si sono macchiati di un crimine. La Repubblica Italiana nata dopo la guerra ha avuto la responsabilità di chiudere gli occhi davanti alle sofferenze della propria popolazione, alle violenze subite, cancellando intere pagine di storia. Poi, è stata la volta del Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate Emiliano Ciotti, che ha fatto il quadro della situazione sulle ricerche in corso su uno dei fenomeni più gravi registrato in Italia durante tutta la Seconda Guerra Mondiale: lo stupro di massa contro la popolazione civile condotto dal Corpo di Spedizione Francese, dalla Sicilia fino alla Toscana. Particolare importante: è stato mostrato al pubblico, per la prima volta, il documento che attesta una violenza sessuale subita da una bambina che doveva compiere ancora 4 anni.
Il Dott. Pietro Cappellari ha ricordato le vittime dei bombardamenti angloamericani e i cinque omicidi registrati sul territorio di Nettunia, tra cui spicca quello della diciassettenne Giulia Tartaglia. Ma non solo. Sono stati mostrati ai convenuti, anche in questo caso: per la prima volta, i documenti che accusano gli Alleati di violenze, rapine, con tanto di sparatorie stile Far West. Bella “libertà ritrovata” se lo stesso Steno Borghese dovette lamentare lo stato in cui Nettunia era stata lasciata dagli Angloamericani, devastata, senza acqua e con una situazione sanitaria al collasso, ricordando, invece il passato, quando Anzio e Nettuno erano “ridenti e fiorenti”.
Ha chiuso l’intensa serata culturale il Prof. Alberto Sulpizi, il maggiore storico del territorio nettunese, parlando del fortuito ritrovamento del documento con cui gli Ispettori del CLN accusavano il partigiano nettunese Abruzzese di duplice omicidio di innocenti. Ha annunciato nuove ricerche, anche se il fatto è stato tenuto occultato talmente per tanti anni che difficile sarà ampliare i dettagli del drammatico episodio di sangue e ricercarne altri certamente verificatesi in quelle valli, come ad esempio l’eccidio di Torre Pellice, di cui presto si esamineranno gli atti del processo (condotto dalla Repubblica Italiana contro i partigiani colpevoli della strage).
Con questa conferenza, si è voluto passare dalla cronaca ai documenti, certi di aver dato un contributo importante ad una più esatta ricostruzione degli eventi. Tuttavia, si è coscienti che chi ha sempre chiuso gli occhi davanti alla storia, chiuderà gli occhi anche davanti ai documenti che provano, in maniera inconfutabile, i crimini dei “liberatori”. Ma, in questo caso, dall’ignoranza e dall’omertà si passerà direttamente alla complicità.
Claudio Cantelmo – Roma