Furto dei mille labari delle squadre d’azione conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato

2/8/2020

«SDEGNO, SCONCERTO, VERGOGNA»
2 agosto 2020
Con queste parole il Dott. Pietro
Cappellari, Direttore della
Biblioteca di Storia Contemporanea
“Coppola” di Paderno (Forlì), ha
commentato la notizia del furto
dei mille labari delle squadre
d’azione conservati presso
l’Archivio Centrale dello Stato.

«È con incredulità – ha dichiarato
Cappellari – che apprendiamo del
furto sacrilego avvenuto nel più
importante archivio italiano,
notizia diffusa oggi, 2 Agosto
2020, dal quotidiano “Libero”.
Della situazione di “custodia
provvisoria” del materiale
appartenente al PNF, con
particolare riferimento ai
documenti e ai cimeli dell’ente
Mostra della Rivoluzione Fascista,
ce ne occupammo già diversi anni
fa, quando proponemmo la
costituzione di un Museo della
Storia della Rivoluzione Fascista
che potesse raccogliere,
classificare e, soprattutto,
rendere fruibile ad un vasto
pubblico tutto il patrimonio
culturale conservato in diversi
archivi, non solo di Stato.
Scrivemmo, ad esempio, al Museo
Storico del Risorgimento, i cui
dirigenti avevano mostrato una
certa “sensibilità” su questa
tematica. Ma la cosa non ebbe
nessun riscontro e, poco dopo, non
se ne parlò più. Ovviamente,
continuammo sulla nostra strada
credendo nel progetto. Il 21
Ottobre 2013 e il 1° Maggio 2017,
scrivemmo al Direttore dell’ACS
chiedendo di poter fotografare
labari e bandiere – non solo
fasciste – conservate nel fondo
MRF per una pubblicazione.
Stranamente, non avemmo nessuna
risposta. Molto strano se si pensa
alla disponibilità sempre
dimostrataci dal personale. Nel
Maggio 2019, chiedemmo ed
ottenemmo la consultazione diretta
di alcuni faldoni del fondo Mostra
della Rivoluzione Fascista. Cosa
che, fatta di persona, non ebbe
nessuna difficoltà di attuazione.
Oggi, la triste notizia del furto
di un materiale storico di valore
inestimabile, patrimonio di tutti
gli Italiani.

Nel Centenario della Rivoluzione
fascista, che cade proprio in
questi anni, rinnoviamo con più
voce al Ministro della Cultura la
necessità di istituire una
fondazione e un museo per la
storia della Rivoluzione fascista,
con annessa biblioteca, che possa
finalmente fare luce, senza
speculazioni politiche di sorta,
senza odio e senza manipolazioni
ideologiche, sul passato della
nostra Patria. La Storia d’Italia
non può più essere ostaggio dei
“gendarmi della memoria”».
È di queste ore la dichiarazione
ufficiale sul caso
dell’Associazione Nazionale
Famiglie Caduti e Dispersi della
RSI che si costituirà come parte
civile nel processo ai
responsabili di questo vergognoso
furto che vilipende, ancora una
volta, la storia della nostra
Nazione.