“VANGELO E MOSCHETTO”
11/9/2020Intervista a Raffaele Amato
Come nasce questo progetto editoriale?
- Nel 2019 sono caduti ben tre anniversari di grande importanza per la Storia italiana e, direi, mondiale: il centenario della fondazione dei Fasci di Combattimento, i novant’anni della Conciliazione, gli ottant’anni della vittoria nella Guerra di Spagna. Tre ricorrenze, tutte rigorosamente ignorate dalle istituzioni antifasciste (e, per come è stata trattata dal sistema la Storia di quel periodo in questi 75 anni, è probabilmente stato meglio così), che imponevano una riflessione sui rapporti tra fascismo e cattolicesimo. Una fede politica ed una fede religiosa, insieme condivise dalla stragrande maggioranza degli italiani per oltre vent’anni.
Quali sono le fonti su cui è stato costruito il libro?
- Per chi studia la Storia del Fascismo, i lavori di De Felice sono imprescindibili, ma molto devo anche al compianto Filippo Giannini, storico rigoroso e documentatissimo, che mi onorò della sua amicizia epistolare. Inoltre importanti sono stati i contributi delle opere di Giovanni Sale (la Chiesa di Mussolini) , Lucia Ceci (L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini), don Ennio Innocenti (la conversione religiosa di Benito Mussolini), Piero vassallo (il Fascismo e la tradizione italiana). Mi piace sottolineare le ottime pubblicazioni, principalmente di argomento dottrinale, realizzate dalla Biblioteca Fascista de Il Covo, che, tra gli altri, propone anche testi di difficilissima reperibilità.
Quali sono le novità storiografiche che il volume porta alla luce?
- Per inquadrare correttamente un fenomeno storico è indispensabile esaminare anzitutto il contesto e, quindi, da quali condizioni il fenomeno stesso è partito e a quali risultati è riuscito a giungere. Mentre esiste una massa sterminata di autori che si sono cimentati sulla Storia del Ventennio, solo una piccola parte di questi ha affrontato l’aspetto dei rapporti tra cattolicesimo e fascismo. Dei testi da me consultati, poi, soltanto “Chiesa e Fascismo”, di Renato Montagnolo ha posto l’accento sulla Questione Romana. Personalmente, invece, ritengo che soltanto mettendo adeguatamente a fuoco quel punto di partenza, quella condizione di autentica guerra fredda tra Stato italiano e Chiesa cattolica nel periodo pre-fascista, si possa comprendere appieno il valore della Conciliazione e la complessità del percorso che l’ha resa possibile. E’ quanto ho cercato di fare nel mio lavoro, evidenziando anche alcuni aspetti altamente simbolici. Nel libro è presente un capitolo dedicato alla religione nella dottrina fascista (questa, ahimè, molto poco conosciuta!), con citazioni dei più importanti pensatori e ideologi. Altra particolarità sono i capitoli dedicati ad alcuni fondamentali aspetti di sintonia, come la dottrina sociale e la comune lotta alla Massoneria. In sostanza, il libro cerca di spiegare perché il cattolicesimo fu proclamato non una ma ben due volte (prima con la Conciliazione e quindi con il Manifesto di Verona) religione dello Stato fascista.
Quali sono gli episodi più interessanti e scarsamente conosciuti nel rapporto Regime-Vaticano?
- A dispetto dei tanti che considerano la Conciliazione come una mera espressione di Realpolitik, il superamento della Questione Romana rientrava sin dall’inizio nei piani di Mussolini finalizzati alla costruzione una nuova Italia, che non poteva prescindere dal solidissimo fondamento di quasi 2 millenni di cristianesimo. Prova ne è il fatto che i primi contatti tra governo fascista e Vaticano ci furono già nel dicembre del 1922, a pochi giorni dalla Marcia su Roma. Vi furono momenti, quali l’impresa di Etiopia e la Guerra di Spagna, in cui fascismo e cattolicesimo marciarono letteralmente insieme. Pochi conoscono i rapporti tra la famiglia Mussolini (donna Rachele in particolare) e Padre Pio. Leggendo il libro emerge come il cattolicesimo, specie quello italiano, abbia un grande debito di riconoscenza verso il fascismo. Dall’altro lato si evidenzia come, nel fascismo, il cattolicesimo abbia avuto un ruolo fondamentale ed insostituibile.
Quali sono le figure simbolo che più rappresentano l’ideale del “fascista-cattolico”?
- Il primo nome che mi viene in mente è quello di Niccolò Giani, guida e anima della Scuola di Mistica Fascista, morto combattendo eroicamente sul fronte greco-albanese. Arnaldo Mussolini, fratello del Duce e suo consigliere, rimasto sempre lontano dai clamori ma figura determinante anche nella trattativa Stato-Chiesa. Armando Carlini, filoso e accademico, e tanti altri. Tra i religiosi non si possono non citare padre Reginaldo Giuliani, già pluridecorato della Grande Guerra, collaboratore di D’Annunzio durante l’impresa di Fiume, che morì in combattimento durante l’impresa di Etiopia, per cui si era arruolato volontario a ben 48 anni. Fra Ginepro da Pompeiana ed Padre Eusebio Zappaterreni, tra gli ultimi confessori del Duce e moltissimi altri, alcuni dei quali decorati come eroi di guerra. Leggendo, poi, le lettere dei condannati a morte della RSI traspaiono una fede profonda, una religiosità cristallina, una dignità eroica. Tra le figure più rappresentative del “fascista cattolico” non possono mancare loro.
Breve biografia di Raffaele Amato
- Sono nato a Dolo (VE) nel 1964, da madre veneta e padre calabrese. e cresciuto a Catanzaro. Conservo con orgoglio sia le radici calabresi che quelle venete. Per gli studi universitari mi sono trasferito in Emilia, prima a Modena e poi a Bologna, dove mi sono laureato in ingegneria meccanica e dove risiedo, esercitando la libera professione. Nel 2002 sono stato vittima di un incidente motocliclistico che mi ha portato alla sedia a rotelle. Nel 2008 ho conseguito la laurea in Scienze Antropologiche, indirizzo Storia delle Religioni, con tesi in Storia della Chiesa. Tra il 2013 e il 2015 ho conseguito due Masters, uno in ingegneria del motore ed uno in ingegneria del veicolo da competizione. Nel 2019 ho pubblicato Vangelo e Moschetto, frutto di tre anni di lavoro, ricavato nel mio tempo libero.
Dove si può acquistare il libro
- E’ acquistabile on line sul sito dell’editore Solfanelli (www.edizionisolfanelli.it) , che ringrazio, così come uno speciale ringraziamento va a don Francesco Ricossa, per la sua ottima prefazione.