FIUME TRINCEA D'ITALIA

25/12/2020

Uscito l’ultimo lavoro di Pietro
Cappellari sulla nascita del
fascismo

La Herald Editore ha annunciato
l’uscita dell’ultimo studio del
ricercatore nettunese Dott. Pietro
Cappellari: Fiume trincea
d’Italia. Il diciannovismo e la
questione adriatica: dalla
protesta nazionale
all’insurrezione fascista 1918-
1922. Il volume di 680 pagine,
1.600 note al testo e 1.400
persone citate rappresenta la
sedicesima pubblicazione del
prolifico studioso di Nettuno, una
pubblicazione destinata a
diventare un caposaldo degli studi
storici revisionisti sulla nascita
del fascismo.


«Durante il 2019 – ha dichiarato
Cappellari, Direttore del
prestigioso periodico “L’Ultima
Crociata” – ricorreranno una serie
di centenari fondamentali per la
storia della nostra Nazione: dalla
fondazione dei Fasci all’Impresa
di Fiume. Davanti a questi eventi
ci è parso giusto ripercorrere la
storia di quegli anni, cercando di
riportare l’analisi dell’impresa
dannunziana al centro di una
nostra riflessione, superando
schemi preconfezionati o
interpretazioni cristallizzatesi
nel duello “pro” o “contro”.
Soprattutto, presentando il
fiumanesimo – l’espressione
politica di quell’esperienza
rivoluzionaria – come una delle
più originali componenti di quel
complesso mondo che fu il
“diciannovismo”. Il diciannovismo
– da non confondere con il
nazionalismo propriamente detto –
fu l’evoluzione politica
dell’interventismo di sinistra
come sviluppatosi nel 1915.
Repubblicani, socialisti, anarco-
interventisti, sindacalisti
rivoluzionari, all’indomani della
Grande Guerra, si trovarono
proiettati in una nuova dimensione
politica in cui il valore della
Nazione si elevò a “mito”,
fondendosi con la tradizionale
rivendicazione di una più vera ed
alta giustizia sociale. Questa
eterogenea galassia della sinistra
nazionale – repubblicana,
anticlericale ed antisocialista –
produsse quattro movimenti
caratteristici del diciannovismo:
il futurismo politico,
l’arditismo, il fascismo e, per
l’appunto, il fiumanesimo.

D’Annunzio, nell’Estate 1919, fu
colui che riuscì a tramutare in
atto concreto quella “tentazione
golpista” che si era sempre più
diffusa nelle sfere militari e di
cui si facevano propagandisti i
nazionalisti. Riuscì a far
convergere sulla sua persona anche
tutti quei diciannovisti che si
proponevano, da sinistra,
l’abbattimento del Governo e – in
molti casi – anche della
Monarchia. La sintesi dei due
estremi (nazionalismo e
diciannovismo) fu trovata nella
rivendicazione di Fiume italiana
come progetto eversivo
antigovernativo.

Essendo il fiumanesimo finito con
la caduta della Reggenza (Natale
di Sangue del 1920), fu il
fascismo – ed in particolar modo
lo squadrismo – ad ereditare
quella visione del mondo e quel
modo d’agire proprio di quella
esperienza. Il 28 Ottobre 1922,
quei propositi eversivi ereditati
dall’esperienza fiumana ed
assimilati dallo squadrismo,
porteranno le camicie nere al
potere. Anche in questo caso, il
richiamo all’impresa fiumana non
fu secondario e non fu limitato ai
fascisti che insorgevano».

Il volume, che si inserisce nel
pieno delle manifestazioni per il
Centenario della fondazione
dell’Associazione fra gli Arditi
d’Italia (1° Gennaio 1919) e dei
Fasci Italiani di Combattimento
(23 Marzo 1919), rappresenta il
primo studio di una serie che, nel
corso dell’anno, vedranno luce
allo scopo di far chiarezza su uno
dei periodi più interessanti della
storia italiana, superando la
vulgata corrente che ha distorto e
plagiato la realtà dei fatti. Un
altro muro che viene giù. Per
sempre.

Valeriana Rossellini

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