GIORNO DEL RICORDO: ONORE A CHI DIFESE IL CONFINE ORIENTALE DAL COMUNISMO

13/2/2021

Nettuno, 13 Febbraio.

Si sono concluse questa mattina al Campo della Memoria, sotto la direzione del Dott. Alberto Indri, le cerimonie per il Giorno del Ricordo 2021 sul litorale del Basso Lazio.

Davanti ad un numeroso pubblico, contingentato in rispetto alle norme anti-Covid, il Prof. Augusto Sinagra ha tenuto l’orazione ufficiale insieme al Dott. Pietro Cappellari, fiduciario del Comitato 10 Febbraio e Socio onorario della Fameia Capodistriana della Libera Provincia dell’Istria in Esilio.

Presenti, tra gli altri, il Prof. Massimo Magliaro già Direttore di RAI International e Presidente di RAI Corporation; il Dott. Roberto Gigli fondatore del primo Comitato nettunese per le onoranze ai Martiri delle Foibe in tempi in cui parlare di queste cose era “vietato”; Emiliano Ciotti Presidente dell’Associazione Nazionale Vittime della Marocchinate; il Paracadutista Bruno Sacchi Comandante del locale Reparto dell’Associazione Nazionale Arditi d’Italia; Alvaro Sassaroli della Sezione di Aprilia dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia; l’ex-Consigliere Comunale Ermanno Stampeggioni; Daniele Combi responsabile territoriale di CPI.

È stato ricordato il sacrificio di tanti Italiani innocenti sull’altare dell’odio comunista, nel folle progetto di edificazione del socialismo. Insieme agli Italiani caduti per la loro fedeltà alla Patria, sono state ricordate anche le centinaia di migliaia di Sloveni, Serbi, Croati, Tedeschi ed Ungheresi assassinate dalle milizie di Tito contestualmente alla pulizia etnica effettuata in Istria, a Fiume e in Dalmazia.

Ancora qualcuno tenta di giustificare queste stragi che hanno fatto, ad esempio, della Slovenia il più grande cimitero a cielo aperto d’Europa. Ancora qualcuno tenta di fuorviare l’analisi oggettiva dei fatti parlando di snazionalizzazione delle comunità slave residenti in Italia, addirittura parlando di crimini commessi dagli Italiani nella ex-Iugoslavia. Si tratta di strumentalizzazioni, di disinformatja che la “nomenklatura bulgara” infiltrata nelle nostre scuole, nelle nostre università, nelle redazioni dei grandi giornali, tenta di gettare nel dibattito per creare confusione. Come ha detto il noto giornalista Fausto Biloslavo, gli Italiani sono stati vittime del sogno socialista. A lui ha fatto eco anche Marcello Veneziani che non ha avuto timore di affermare: “Non menatela per favore coi fanatismi nazionalistici per spiegare e al contempo per deviare la tragedia delle foibe. Non fu semplicemente il frutto di una guerra tra odii nazionalistici. L’orrore delle foibe fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani, che sposarono – come scrissero in un documento infame dell’epoca, ‘la tattica delle foibe’. Abbiate l’onesto coraggio di citare il comunismo a proposito delle foibe, senza reticenze”.

La cerimonia al Campo della Memoria di Nettuno ha avuto un doppio significato, quello di ricordare anche chi ha difeso in armi il confine orientale italiano dal comunismo: i combattenti della RSI.

L’ultima bandiera tricolore a sventolare in Istria, a Fiume, in Dalmazia fu il tricolore della Repubblica Sociale Italiana. L’ultimo soldato italiano a sparare contro le milizie comuniste illegittime belligeranti agli ordini di Tito che invadevano le millenarie terre italiane della Venezia Giulia fu un soldato della Repubblica Sociale Italiana.

Per gli Italiani vi è sempre stata una sola parte giusta: quella dell’Italia.

In ricordo del loro volontario sacrificio per la Patria, superando ogni odio di parte, con il sorriso sulle labbra e nella speranza del raggiungimento di una compiuta pacificazione nazionale, oggi riaffermiamo l’italianità dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Lemmonio Boreo