APOLOGIA DI REATO?

20/4/2021

“Ammazzare un fascista” è sempre stato un crimine, anche durante la Resistenza.

Cosa si insegna oggi alle giovani generazioni?

Si ha notizia che il 17 Aprile 2021, nel centenario dell’eccidio, il Comune di Foiano della Chiana, con il patrocinio della Regione toscana, ha voluto ricordare quel che accadde cento anni fa, evocando Una pagina di storia italiana: i fatti di Renzino.

La presenza tra i partecipanti del Vice Segretario nazionale della CGIL, dello stesso Sindaco di Foiano della Chiana e della Signora Rosy Bindi (che si qualifica come “storica” pur non essendosi mai occupata di storia), lascia intendere che si tratta di una rievocazione a scopo celebrativo degli autori di una vera e propria strage, tra i quali il comunista Galliano Gervasi e dell’anarchico Bernardo Melacci condannati rispettivamente a 20 e 30 anni di reclusione per omicidio e poi graziati nel 1932 per effetto di amnistia voluta da Benito Mussolini.

Gli atti giudiziari dovrebbero essere ancora custoditi nell’Archivio provinciale dello Stato di Arezzo o nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma, salvo che mani ignote li abbiano fatti scomparire come sono scomparsi molti documenti attestanti una storia ben diversa dell’Italia dal 1919 fino agli anni ’50.

Ma di come andarono veramente i fatti narrano i quotidiani dell’epoca in un momento in cui il Fascismo non era ancora al potere.

La conclusione, a stretto diritto, è che, rievocando fatti omicidiari accertati dalla magistratura con individuazione dei responsabili come si è detto, si pone in essere il delitto di istigazione a delinquere di cui all’art. 414 del Codice Penale sotto lo specifico profilo della pubblica apologia di delitti.

Nella esaltazione di fatti ascrivibili a giusto titolo nella categoria della strage preordinata, l’iniziativa del Comune di Foiano della Chiana potrebbe oggi essere ben intesa, pur indirettamente, come una forma di istigazione all’odio.

Resta, in ogni caso, la manifesta condotta dei responsabili del Comune di Foiano della Chiana e dei partecipanti al detto “convegno”, che merita la più irrevocabile censura poiché chiaramente rivolta alla falsificazione di un evento criminoso rappresentato come viceversa come l’esordio di un antifascismo in assenza ancora di Fascismo.

Un’operazione, dunque, di chiara e preordinata falsificazione della storia.

Una storia che aveva ben compreso il Presidente Alcide de Gasperi quando ebbe ad osservare che le tecniche di “combattimento” dei c.d. “rossi” nei tragici anni dal 1919 al 1922, erano quelle dell’agguato e della uccisione alle spalle con successiva fuga dei responsabili.

Esattamente quel che avvenne il 17 Aprile del 1921, periodo funestato dalle famose “settimane rosse” organizzate da comunisti ed anarchici.

Ciò che poi si ripetette in Spagna e che diede luogo ad una guerra civile che si concluse con la sconfitta, appunto, di comunisti ed anarchici.

Prof. Augusto Sinagra

(Prof. Ordinario f.r., Università “Sapienza”, Roma)