TORNANO I LECCI AL PARCO DELLA RIMEMBRANZA
21/4/2021Ripristinata la spiritualità del luogo dopo un oblio settantennale
Nettuno, 21 Aprile – Nel giorno del Natale di Roma, un tempo dedicato alla Festa del Lavoro italiano, nel Parco della Rimembranza e dei Martiri delle Foibe di Nettuno sono stati piantati otto giovani lecci, recuperando una tradizione cancellata nel primo dopoguerra, quando il parco dell’amore patriottico venne smantellato dalla Giunta comunista. Il giardino era stato inaugurato nel 1923, dopo una nota del Sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi, che volle così ricordare i Caduti per la grandezza nazionale: ogni Comune d’Italia avrebbe piantato un albero per ogni suo figlio immolatosi per la Patria vittoriosa nella guerra di redenzione. Negli ultimi 75 anni questo ricordo è stato cancellato, fino all’intervento del Comitato 10 Febbraio che ha ripristinato la toponomastica e il decoro del luogo, comprendendo nel ricordo rivolto alle giovani generazioni anche l’olocausto delle popolazioni giuliano-dalmate travolte, nel 1943 e nel 1945, dalla pulizia etnico-politica dai partigiani slavo-comunisti.
L’operazione è stata possibile grazie al contributo del Dott. Flavio Costantino e della Pro Loco Nettuno nelle persone del Dott. Marcello Armocida e del Prof. Alberto Sulpizi, sempre sensibili alle iniziative a favore della cultura popolare e della storia nettunese, che nell’atto hanno rivolto un commosso pensiero al Mar. Loreto Sulpizi, fondatore delle Unità cinofili della Polizia di Stato, simbolo di una istituzione, del senso del dovere e di amor di Patria.
Gli otto alberi saranno iscritti a patrimonio del Comune di Nettuno.
«È con particolare emozione e raccoglimento che abbiamo piantato otto giovani lecci – ha dichiarato il Dott. Pietro Cappellari, fiduciario del C10F e Socio onorario della Fameia Capodistriana della Libera Provincia dell’Istria in Esilio – ripristinando la spiritualità del luogo dopo un oblio più che settantennale. Otto alberi, in quanto uno sarà dedicato alla memoria dei Caduti per la grandezza nazionale, mentre gli altri sette ad altrettante città irredente dell’Istria e della Dalmazia; sette come le stelle dell’Orsa Maggiore che ornavano il drappo vermiglio della Reggenza del Carnaro e della Provincia di Fiume. Un passo importante verso la pacificazione nazionale, un messaggio d’amore rivolto alle future generazioni che qui potranno venerare la Patria – la Terra dei Padri – e chi per essa ha sacrificato tutto. Seguire un esempio, per essere esempio».
Comitato 10 Febbraio