ENEA, IL FONDATORE DELLA STIRPE ROMANA

23/5/2021

Un nuovo studio sull’Eroe per tornare alle origini della nostra Civiltà

Milano, 26 Aprile – Le edizioni Ritter, nella collana “Quaderni di Thule”, hanno dato alle stampe l’ultimo lavoro del Dott. Pietro Cappellari, Direttore della Biblioteca di Storia Contemporanea “Coppola” di Paderno (Forlì), sulla figura di Enea, il fondatore della stirpe romana.

«In questa epoca di decadimento – ha dichiarato Cappellari – sembrano sprofondare tutti i valori sui quali la Civiltà europea ha creato il suo imperio nel mondo. Tipico di questo periodo è l’“inversione dei significati”, per cui le tenebre diventano la luce, il brutto si trasforma in bello, le devianze in virtù, il vile in eroe. Una grottesca metamorfosi della realtà, di cui è espressione il neo-linguaggio progressista ad esempio, che getta l’Uomo negli abissi di un inferno dantesco. Già Evola e Guenon avevano cantato la loro rivolta contro il mondo moderno e lo stesso Spengler parlava di “tramonto dell’Occidente”, ossia della Civiltà europea. Quella Civiltà che ha costituito l’asse portante dell’umanità per millenni, costruita sul mito degli Eroi, sembra sempre più sprofondare nella palude del quotidiano indistinto, senza passato, senza futuro. In questo scenario, gli Eroi vengono cancellati o addirittura trasformati nel loro opposto. Per questo, l’indignata constatazione di Adriano Romualdi rimane, drammaticamente, sempre più attuale: “Quel che non perdono al mio tempo è di aver costruito l’alibi della propria viltà diffamando gli Eroi”. Davanti tutto ciò, sembra impossibile vedere la luce del mattino nell’oscurità del tramonto in cui viviamo. Per questo, il mito di Enea – dell’Enea-Eroe, il fondatore della stirpe romana – è fondamentale. L’Uomo sano deve ripartire per la reconquista dalle proprie radici. Smascherando la vulgata che diffama appositamente Enea dipingendolo come un profugo apolide, riscoprendo invece la sua storia, il suo messaggio, il suo eroismo solare. Questo breve saggio su Enea assuma la funzione del fulmine durante il wagneriano Crepuscolo degli Dei che siamo costretti ad osservare. L’“uomo primitivo”, che incarna questa epoca di decadenza, ha paura del tuono che squarcia il cielo e si schianta dietro la collina. Ha paura perché non comprende. Ha paura perché dietro quella collina ci sono gli Uomini che inizieranno la reconquista. Sono i figli di Enea».

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Lemmonio Boreo