IL SACRIFICIO DI VINCENZO ALFERANO A CENTO ANNI DAL SUO BARBARO OMICIDIO PER MANO ANTIFASCISTA

12/6/2021

Alessandria, 8 Giugno – Nel cimitero di Frugarolo vi è una tomba poco nota, legata ad una vicenda di un secolo fa cancellata nel dopoguerra dalla memoria collettiva. Si tratta del sepolcro di Vincenzo Alferano.

Diciassettenne, animato da un forte sentimento patriottico, allo scoppio del Primo conflitto mondiale corse ad arruolarsi Volontario. Durante il tragico Biennio Rosso 1919-1920 fu tra i primi ad aderire ai Fasci Italiani di Combattimento dell’alessandrino, entrando poi nelle squadre d’azione. L’8 Giugno 1921 fu inviato a Valenza per costituirvi una Sezione, ma cadde in un’imboscata tesagli dai sovversivi antifascisti. Colpito da due fucilate, prima di spirare ebbe la forza di estrarre la rivoltella e sparare contro gli aggressori.

Elevato agli onori degli altari come Martire della Rivoluzione fascista, a lui fu intitolata la frazione di Ritirata di Valmacca, che divenne, per l’appunto, Alferano di Valmacca; nome che fu epurato il 20 Agosto 1947, quando la frazione fu denominata Rivalba.

Nel 1932, l’Unione Sportiva Audace di Alessandria fu trasformata in Dopolavoro Rionale “Vincenzo Alferano” (Rione Cristo), nome che mantenne fino al 1943.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, come abbiamo visto, gli antifascisti cancellarono il suo ricordo, scalpellando addirittura il suo nome dal locale Monumento ai Caduti, operando, come sempre, contro gli inermi, contro chi non si può più difendere. Di lui però è rimasto un monito inciso nel marmo: “Attestò col sangue la sua fede in un’Italia libera da dispotismi e da contaminazioni di traditori e di rinnegati. La memoria di lui ci rafforzi e ci illumini nelle battaglie che ancora combatteremo per la dignità e per l’onore della Patria”.

Claudio Cantelmo