“ECCO CHI SONO I REATINI CHE HANNO COMBATTUTO CON LA RSI”
7/10/2021Seconda edizione per lo studio di Pietro Cappellari sui caduti della RSI in provincia di Rieti
Questo studio sui caduti della RSI in provincia di Rieti nasce all’interno del progetto di ricerca La Repubblica Sociale Italiana sull’Appennino Umbro-Laziale, opera monumentale in tre “sezioni” che vuole analizzare nei dettagli la storia della RSI nelle provincie di Rieti, Terni e Perugia. Il progetto è curato dal Dott. Pietro Cappellari, Direttore della Biblioteca di Storia Contemporanea “Coppola” di Paderno (Forlì).
Si tratta di un’opera iniziata nella lontana Estate del 2000, della quale sono a tutt’oggi usciti i primi due volumi: Rieti repubblicana 1943-1944 (Herald Editore, Roma 2015) e Terni repubblicana 1943-1944 (Herald Editore, Roma 2020).
Lo studio che Cappellari ha presentato singolarmente, in una seconda edizione aggiornata, sotto l’alto patrocinio morale dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della RSI, è la riproposizione dell’apposito “documento” sui caduti reatini della Repubblica Sociale Italiana già contenuto in Rieti repubblicana.
Con i nuovi dati, i caduti reatini della Repubblica Sociale Italiana regolarmente censiti (su tutto il territorio nazionale) salgono all’importante cifra di 80, cui bisogna aggiungere anche sei cittadini della RSI assassinati dai ribelli sebbene non avessero rapporti organici con la Repubblica di Mussolini e cinque esponenti della RSI fucilati dai Tedeschi per più o meno comprovate violazioni di leggi di guerra.
La Forza Armata maggiormente rappresentata tra i caduti è la Guardia Nazionale Repubblicana.
Della maggior parte di questi caduti si è persa memoria storica, sebbene la legge obblighi tutti i Comuni ad elencare i loro nomi sui Monumenti ai Caduti. Molto c’è ancora da fare.
Particolarmente interessanti sono i 49 eventi luttuosi censiti che si sono verificati all’interno della provincia di Rieti durante la RSI. Quarantanove caduti della RSI registrati nel Reatino tra il 1943 e il 1944. Morti per la maggior parte dovute alle incursioni aeree angloamericane, ma tra le quali spiccano anche le sedici di soppressioni di fascisti – o presunti tali – compiute dai ribelli in quei mesi, cui va aggiunto anche un agghiacciante attentato terroristico antifascista del dopoguerra, durante il quale trovò la morte un bambino. Episodi troppo presto dimenticati, ma sui quali occorre una compiuta analisi storica perché le comunità locali si riapproprino di una storia, la propria, cancellata per odio politico.
Ovviamente, si tratta di numeri che si riferiscono solo al minimo documentabile, con dati ancora da verificare, correggere ed integrare, ma che ci danno un quadro dell’adesione alla RSI nella provincia di Rieti imponente, sul quale vale una giusta riflessione, libera dall’odio dei “gendarmi della memoria”. Perché il loro sacrificio possa aprire finalmente le porte ad una definitiva pacificazione nazionale.
Claudio Cantelmo