Ausiliaria Margherita Audisio

26/4/2022

di Eugenio Battaglia

Il 26 aprile aprile del 1945, qualche giorno prima di essere fucilata dopo giorni di sevizie e violenze, l’Ausiliaria Margherita Audisio scrive una lettera indirizzata alla madre ed alla sorella Luciana.

Queste parole, scritte da Margherita non appena le venne comunicata la data della sua condanna a morte che avvenne nei primi giorni del maggio del 1945, dunque a guerra finita, sono diventate un manifesto di Fede e dedizione alla Patria alla quale tutte le meravigliose ragazze del Servizio Ausiliario Femminile, avevano prestato un giuramento di Amore.

Le prime parole che Margherita scrive alla sorella Luciana contengono tutta la grandezza del cuore di queste giovani guerriere che sono state, e resteranno sempre, il più bel dono della Repubblica Sociale Italiana:
“... fiera di aver ottenuto di essere fucilata al petto e non alle spalle. Onorata di morire per l’Italia come un soldato !”.
-
Riporto, qui di seguito, la testimonianza di Emilio Maluta
del Battaglione “Lupo” della Xª Flottiglia MAS (nel quale era arruolato anche il fratello di Margherita, Antonio) che la conobbe personalmente a Venezia ricordandone ancora, a distanza di anni, la straordinaria fierezza:
-
Quella che leggerete è la lettera dell'Ausiliaria Margherita.
La lettera è indirizzata alla madre, prima di essere fucilata a Torino, nei primi giorni di maggio del 1945 .
Prima di morire si rivolse alla sorella Luciana e le annunciò la imminente fucilazione.
Dopo essersi comunicata, ha rinnovato la sua professione di fede e passione per l'Italia.
L'avevo conosciuta a Venezia, era una bella ragazza, intelligente, molto dolce, bionda e dagli occhi azzurri.
Suo fratello Antonio s'era arruolato con me nel Battaglione “Lupo” della Xª Flottiglia MAS, si ammalò gravemente durante l'addestramento e fu rimandato a casa .
Margherita era cresciuta in una famiglia di innamorati della Patria.
Dal fratello conobbe il nostro motto.
La frase, che trassi dal processo di Verona e che disegnai sulla fiamma di combattimento del Battaglione, è da Lei usata all'inizio della sua lettera che, scritta il 26 aprile, prima della sua uccisione, così comincia:
-
FOSSE ANCHE LA MIA MORTE, PURCHÉ L’ITALIA VIVA !
Io vivo per la Patria e per la Patria ho giurato la morte.
Tutti i pensieri, le passioni di adolescente, di giovane ventenne non mi hanno fatto volger gli occhi, non mi hanno vinto.
Io sento le pupille sbarrate all'orizzonte lontano e nebuloso: là e la Patria.
Madre delle mie carni, mi comprendi ?
Quindi non piangerai, madre terrena, madre del pianto !
Tu che nel mondo seminasti lacrime, che vivi di lacrime, non piangerai !
Questo è per me l'unico tormento l'unico dubbio che qui in terra lascio.
L'altra mia angoscia, per la Madre grande si placherà quando sulla nuda terra il corpo si troverà, rigido nella morte.
È la mia sorte ma una cosa voglio ancora dire: Patria mia, il nostro sacrificio non sarà vano.
E Iddio dall'alto ti proteggerà, mentre i morti ti guideranno.
Italia credo sempre in Te: risorgerai !
Sorelle mie di fede, questo è il mio credo
"Chi muore per la Patria, vissuto è assai !”.
Perciò non piangete.
Pensate che quando si è dato tutto alla patria, non si è dato abbastanza.