ECCIDIO DI OSTERIOLA
10/3/2024di Alessandro Casolari
Presidente Federazione di Reggio Emilia
Associazione Nazionale Volontari di Guerra
In occasione del 79esimo anniversario,una delegazione del Centro Studi italia e dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra si è recata nel luogo ove venne scoperta la fossa comune delle vittime dell'eccidio di Osteriola, nelle campagne di Rio Saliceto, deponendo un mazzo di fiori sulla croce dedicata ai caduti della guerra civile.
Un'iniziativa portata avanti nello spirito della Riconciliazione nazionale, con l'auspicio che la storia del drammatico periodo bellico e della guerra fratricida compiuta tra 1943 e 1945, possa essere studiato e divulgato liberamente, con confronto plurale e corretto, nella speranza che anche le Istituzioni ricordino tutte le vittime della guerra civile
Il 9 Marzo 1945, vennero "prelevati" dai partigiani Flavio Parmiggiani (classe 1904), Umberto Nicolini (classe 1885), la figlia Marisa (classe 1927) e la cugina Maria Domenica Ghidini (classe 1926).
Parmiggiani venne prelevato da casa da partigiani che rassicurarono la moglie affermando che sarebbe tornato subito. A casa Nicolini i partigiani entrarono sfondando una finestra, e costrinsero il padre e la figlia di diciotto anni a seguirli. Nicolini Umberto risiedeva a Campagnola ed era iscritto al PFR.
Furono portati in località Osteriola di Rio Saliceto (RE) e rinchiusi nello stanzone di una vecchia casa. Durante tutta la notte si udirono le urla degli uomini che venivano seviziati e delle ragazze che venivano violentate dai partigiani: un'anziana signora di casa Rustichelli diceva che non ha più dimenticato le urla disperate di persone violentate e torturate provenienti quella sera dal “camaroun”.. Poi vennero massacrati e sommariamente sepolti nel Podere Rustichelli. Nei giorni in cui l'eccidio venne compiuto, Campagnola era rimasta senza difesa in quanto era stato ritirato l'unico presidio di militari tedeschi. I corpi vennero trovati da bambini che giocavano e gli abitanti del posto avrebbero voluto avvertire le autorità, ma gli assassini minacciavano ritorsioni. Per questo motivo i resti delle vittime furono esumati solo nel novembre 1946 e anche allora ex partigiani cercarono di impedire che fossero sepolti nel locale cimitero.
Questi fatti sono ben raccontati da Flavio Parmiggiani, figlio del Flavio Parmiggiani trucidato dai partigiani, nel libro “L’altra metà della storia- Campagnola E. 1944-46”.