CENTENARIO DONATIANO: UN LIBRO PER RICORDARE LA FIGURA DI INES DONATI

10/11/2024

San Severino Marche (Macerata), 10
Novembre – Si è tenuta ieri sera la
presentazione del libro Ines Donati.
“Fierissima Italiana, indomita fascista”.
L’emancipazione femminile nel nome della
Rivoluzione (1900-1924), edito dalla
prestigiosa Herald Editore il 3 Novembre
scorso, Centenario della scomparsa della
giovane marchigiana, conosciuta da tutti
col nome di “Capitana”.
Con questo volume la casa editrice romana
pubblica il suo terzo volume dedicato ai
Martiri fascisti di cui in questo 2024 è
ricaduto il Centenario della morte e la
cui memoria è stata cancellata dall’odio
dei “gendarmi della memoria”. A Febbraio
aveva debuttato con Nicola Bonservizi; a
Giugno con Armando Casalini; oggi con Ines
Donati.
La manifestazione culturale è stata
organizzata dalle Associazioni culturali
Aries ONP e Nuove Sintesi nell’ambito
degli eventi previsti dal Centenario
Donatiano che ha avuto il merito di
riportare al centro dell’attenzione la
figura della “Capitana”, ragazza
indipendente e ribelle, simbolo della
Nuova Italia che sorgeva dalla Vittoria
nella Grande Guerra, amante della Patria
che seppe imporsi nella lotta contro i
bolcévici, stroncando nella Capitale
l’odio sovversivo.
Dopo 80 anni di censure ed oblio è caduto
anche questo Muro di Protezione
Antifascista ed Ines Donati è tornata alla
ribalta delle cronache ed è stato esaudito
il suo desiderio espresso sul letto di
morte: non essere dimenticata.
Per l’occasione è stata allestita una
conferenza ed invitato a parlare il Dott.
Pietro Cappellari, Direttore della
Biblioteca di Storia Contemporanea
“Coppola” di Paderno (Forlì) ed autore del
libro sulla “Capitana”.
Presenti anche i discendenti della
Martire, diverse associazioni del
territorio e tanti cittadini comuni che
per la prima volta hanno potuto conoscere
le vicende di una ragazza straordinaria,
unica nel suo genere che il Regime elevò
agli onori degli “altari della Patria”.
Al termine della seguita conferenza,
numerosi gli interventi del pubblico e la
speranza che, finalmente,
l’Amministrazione comunale ponga fine
all’odio antifascista e si riconcili con
la sua storia, dedicando uno spazio
pubblico ad una delle figlie predilette di
San Severino.

Lemmonio Boreo