Paderno

30/6/1996

Il 30 giugno, a Paderno, si è celebrata la terza Santa Messa, dopo quella inaugurale dell’8 ottobre e la successiva del 14 aprile.
Officiante Mons. Gino Marchesini, un tempo Cappellano militare, prima a Modena poi a Oderzo, nelle Scuole Allievi Ufficiali della R.S.I.
Non dimenticheremo più, Monsignore, le Tue parole in memoria e a suffragio dei Ragazzi scomparsi, oltre cinquant’anni fa, col cuore inondato d’amore per l’Italia offesa e calpestata.
Aveva detto Gesù: Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
E tu, caro Don Gino, ci hai parlato delle molte lettere che a Modena e a Oderzo Ti inviavano genitori angosciati che Ti chiedevano notizie dei figli e Ti pregavano di dissuaderli dai loro propositi, perché sterile e irragionevole era il loro sacrificio. . .
Certo: erano ragazzi che amavano il padre e la madre, che sognavano la fidanzata e desideravano la pace, dopo tanti patimenti, ma erano anche figli di una Patria che nell’ora suprema non poteva essere abbandonata proprio da chi, con disinteresse infinito, era sceso in campo per onorarla e servirla.
Erano i figli prediletti di Gesù quei Ragazzi e Tu ce l’hai ricordato, carissimo Padre, nella Tua meravigliosa favella toscana. C’era gente a Paderno, venuta anche da lontano.
Qualcuno se ne aspettava di più, altri temevano di meno: naturalmente.
C'erano Luigi Pelamatti, sindaco di Boario Terme e Paolo Marini, vicesindaco di Monte San Martino: un lombardo e un marchigiano.
E c’erano i labari della Medaglia d’Oro Cesare Cozzarini, di Lucca; dei Combattenti Repubblicani Massimino Mancini, di Forlì; dei Reduci d’Africa; dei Volontari di Guerra e dei Combattenti RSI Gallingani Luigi, tutti di Reggio Emilia; quello dell’Unione Combattenti RSI di Parma, del Battaglione IX Settembre, quelli, infine, della nostra Associazione di Milano e di Macerata.
Terminata la cerimonia religiosa, ci siamo recati con mazzi di fiori bianchi, rossi e verdi nel vicino camposanto, dove riposano, uno stretto all’altro, Arnaldo, Augusta, Sandro Italico e Vito Mussolini.
Rituale, ma insolitamente commovente la benedizione di Mons. Gino Marchesini.
Prima di chiudere, ho il dovere di riferire il messaggio trasmesso da Arnaldo Bertolini ai convenuti circa i lavori ancora da compiere nella Chiesa e nella canonica e il denaro occorrente per eseguirli, e il pranzo consumato a Mercato Saraceno, in verità conforme alle migliori tradizioni romagnole: per qualità, eccellente, e per costo, modesto.

Italo Merli
L’Ultima Crociata
N. 7/1996